- COSI E', SE VI PARE. PERSONALE DI NUCCIA GANDOLFO AD ALCAMO -
9 ottobre 2009
di
Claudio Alessandri
La pittrice Nuccia Gandolfo, ospite del Centro Congressi Marconi di Alcamo con l’ausilio dell’organizzazione dell’Associazione Culturale RicarArte di Palermo, darà vita ad una retrospettiva di pittura, ripercorrendo i vari “periodi” nei quali si è espresso il suo pensiero artistico che, nell’ordine, dal figurativo è transitato all’astratto per poi approdare ad una forma tutta personale di un mondo, potrei dire “sfumato”, pervaso dalla poesia della danza alla estrema stilizzazione delle forme, perfettamente leggibili pur nell’atmosfera rarefatta di una realtà che sfugge alla percezione della realtà, provocando nel fruitore delle opere le stesse vibrazioni e sensazioni misteriche che hanno ispirato la Gandolfo.
Questa ultima forma espressiva è straordinariamente attinente alla filosofia che ha ispirato Luigi Pirandello nel “plasmare” il carattere letterario dei suoi personaggi; ed è proprio al genio pirandelliano che l’artista ha voluto dedicare uno spazio a se stante pur nel contesto del suo percorso pittorico.
Alle opere che tracciano il cospicuo cammino percorso dalla Gandolfo, artista sensibilissima e maturata nel contesto dell’Accademia di Belle Arti ad Eeklo, in Belgio dove ha “assorbito” gli impulsi di un operare in estremo sentire l’ordine di un ponderato raziocinio che ha mitigato l’ardore della Sicilia, sua terra natale, non riuscendo del tutto a placare quella ridda di opposti sentimenti che costituiscono il fondamento basilare della sua cultura che proviene da quella millenaria della sua Terra dalla quale si era distaccata dolorosamente tanti anni fa ed alla quale è tornata a respirare la stessa stimolante brezza marina ed a rigenerare le membra al sole del suo mondo natale.
Ed ecco scaturire irresistibile una filosofia di vita che invita alla prudenza, alla moderazione dell’allegria, felicità e dolore si intersecano in totale precarietà. A ben riflettere questo è anche il mondo di un pittore che muove sempre la sua ispirazione iniziale su percorsi certi, privi di ostacoli, poi, nell’operare tutto si complica, quello che era certezza diviene, a poco a poco dubbio, paura di deviare dall’idea iniziale e giungere a conclusioni non volute e che svuotano l’animo dagli ardori positivi per colmarli di delusione e dolore.
In fondo pittura e letteratura non sono affatto conflittuali anzi, l’una completa l’altra e viceversa, conferisce visibilità all’incorporeo, all’espressione letteraria del pensiero dello scrittore.
Così è. (Se vi pare) – Pirandello ha teorizzato il pensiero inespresso dell’umanità, ciò che è evidente per un individuo non lo è per un altro e così senza fine; eguale principio può essere applicato al mondo dell’arte in generale ed a quello della pittura in particolare, chiunque si ponga ad osservare un dipinto, a prescindere dalle conoscenze culturali, le preferenze cromatiche e di tecnica, vedrà in quell’opera riflesso il suo pensiero, il suo che inevitabilmente differirà da quello di un altro osservatore.
A questo punto si potrebbe affermare che tutto è relativo, nell’arte come nella vita, non è facile fornire una soluzione logica ad un fenomeno che nasce dall’incertezza, non dal soggetto e da ciò che rappresenta, ma da un pensiero che di “umano” ha poco o nulla, innestandosi in quel mondo cerebrale che elabora e stabilisce la direzione che deve prendere il nostro pensiero ed agire di conseguenza.
Nuccia Gandolfo offre se stessa, attraverso le sue opere, al giudizio che premia o delude e come deve essere una “vera” artista dirà alla fine, parafrasando Pirandello: “io sono colei che mi si crede” specchiata nella mia più intima espressione artistica.