- UN PICCOLO GRANDE AMORE, COLLETTIVA A CARINI.
28 settembre 2009
di Claudio Alessandri
Giorno 30 settembre 2009 la città di Carini ospiterà una collettiva organizzata dall’Associazione Emiro Arte dal titolo “Storie d’amore, passioni ed inganni”.
Chiedersi se a undici, dodici anni può esistere un sentimento importante quale l’amore per l’opposto senso può sembrare scontato, ed in parte lo è, ma pur avendolo sperimentato tutti; maschi e femmine, ci siamo trovati inermi davanti ad un sentimento, un mistero sconvolgente, scientificamente sondato e sceverato, ma impossibile da teorizzare, come fare a penetrare i più intimi segreti di milioni di esseri umani?
Ogni uomo, ogni donna di diversa razza e tradizione costituisce un universo composito di intimi ed irripetibili fremiti, palpiti emotivi e visioni orgasmiche di un sentimento che è alla base della vita creativa o anche del disfacimento morale di entità create nella perfezione, ma attratte irresistibilmente dall’orrenda oscurità dell’ignoto.
Quegli amori giovanili che saranno ricordati sino alla fine dei giorni e con struggente nostalgia , i “primi amori” torneranno alla nostra mente nei momenti più diversi della vita, nell’esaltazione e nella tristezza, nella povertà e nell’opulenza e costituiranno un balsamo che curerà la nostra mente e quindi le nostre membra.
Passeranno gli anni e con essi il fragile diaframma giovanile che permetteva l’ingresso di ogni emozione scaturita da sempre nuove esperienze, si muterà in un “muro di gomma” ottuso e spietato che si opporrà come scudo ai nostri sentimenti, contro di lui rimbalzeranno amori, dolori ed i sentimenti più puri.
Tutto ci apparirà sotto l’aspetto dell’utilitarismo speculativo, ci esalteremo per amori che riterremo intangibili, eterni e quando l’incantesimo si infrangerà contro la triste realtà, soffriremo augurandoci la morte e torneremo bambini ed i nostri occhi si colmeranno di lacrime ascoltando una dolce melodia che riporta alla mente attimi sublimi, ma tutto è illusorio ed allora ci illuderemo in altri amori “eterni” e poi, soffriremo ancora ed ancora nell’attesa dell’amore perfetto senza mai comprendere che imperfetto non è un languido sentimento, ma a rendere ogni cosa fragile, illusoria, siamo proprio noi, troppo condizionati dall’idea della nostra natura divina per comprendere che il magico sentimento dell’amore non ha alcuna attinenza con la carnalità e la materialità, é un sentimento troppo “Alto” per essere compreso dalle nostre menti, perfette nella Creazione, imperfette nella comprensione.
Ad uccidere l’amore non è certamente il fato, non sono gli anni trascorsi assieme che conducono all’incomprensione, alla monotonia, escludo anche il “tradimento” perché fa parte anch’esso dell’imperfetto umano, e non sarà certamente l’eliminazione fisica del rivale a ridare un sentimento ormai consunto, suonerà solo come meschina vendetta, l’inconsulta rivalsa contro colui o colei che ti ha privato del “possesso”, ad uccidere l’amore è un sentimento meschino, il richiamo ancestrale alla libertà, il richiamo di un mondo primitivo nel quale a prevalere era la bruta violenza, non l’amore, espressione sublime di un sentimento trascendentale, ma la soprafazione esercitata su di un debole corpo o su una mente fragile, si ritorna alla cattura di una preda, sia essa un cervo per soddisfare la sopravvivenza del corpo, sia la violenza sul prossimo, sul più indifeso esposto all’insulto esercitato sul suo corpo.
articolo del 28/9/09
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