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- UNA MOSTRA AD ALCAMO PER RICORDARE L'OLOCAUSTO

20 gennaio 2010

di Claudio Alessandri

    Presso il Centro Congressi di Alcamo dal 20 al 31 gennaio 2010 verrà ospitata una mostra pittorica, resa possibile grazie all’organizzazione dell’Associazione Culturale RicercArte.

Gli artisti, provenienti da tutta l’Italia, daranno vita ad una iniziativa che vuole richiamare, alle coscienze distratte, la spaventosa strage di esseri umani non solo fisica, commessa dai nazisti nel corso del secondo conflitto mondiale, la Shoah.

A dare vita alla mostra saranno gli artisti: Pietro Cardone, Bartolomeo Conciauro, Antonio Crimaldi, Antonina D’Amato, Naire Feo, Nuccia Gandolfo e Alex Portuesi, Dora Flavianni, Tatiana Giannilivigni, Alfonso Li Prizzi, Aldo Palazzo, Salvatore Previti, Enrico Sansone, Maurizio Scaldara, Vittorio Silvestri, Steveboss, Cristina Trifirò, Maria Felice Vadala’.

Shoah è una parola che venne usata per la prima volta in Palestina nel 1938 durante il Comitato Centrale Socialista per indicare una tragedia umana dalle dimensioni bibliche, questa parola in ebraico ha il significato di “catastrofe” e che fu una catastrofe non possono sussistere dubbi di alcun genere. Ma la parola “catastrofe”, pur richiamando alla mente un fatto spaventoso, crudele nel suo verificarsi e svolgersi, inevitabilmente scaturito da sconvolgimenti della natura, non implica il fattivo e determinante intervento umano.

L’altro termine molto diffuso per designare quella spaventosa “strage degli innocenti” è “olocausto”, una strage che troppo somiglia ad una offerta agli dei; insomma per quanto mi arrovelli non riesco a trovare un termine che possa rendere, magari lontanamente, il senso reale di un assassinio di massa che non potrà mai trovare una giustificazione plausibile, se non nella follia generata da influssi diabolici, una “follia” che potrebbe ripetersi nel degenerare della ragione degli uomini.

Per dei pittori, dotati certamente di grande fantasia, è stato comunque un compito improbo creare una immagine pittorica atta a rendere il significato più profondo di un dolore immenso vissuto da un popolo vittima di una violenza cinica, spietata e spesso sadica da quale figurazione può essere resa compiutamente?

La raffigurazione della morte è solo l’aspetto visibile della crudeltà e del dolore fisico, è evidente, non raffigurabile è lo strazio di milioni uomini, donne, anziani e bambini che, prima di essere privati della vita, lo erano degli affetti più elementari, della dignità umana che li rendeva malleabili ai compiti più sordidi, inebetiti da una violenza diabolica.

Logicamente non è raffigurabile l’invisibile, in compenso un artista ha il dono del comprensibile sublimato dal dolore ed a quella sensazione affida il risultato della sua opera. Un volto deturpato dal dolore, dalla sofferenza fisica e spirituale, il vivere in un mondo intermedio fra luce ed ombra nell’incertezza che genera terrore e poi follia, ed altri soggetti dai quali scaturisce tutto l’orrore generato da menti pervase dalla convinzione di essere dei super uomini, dei semi dei ai quali altri uomini, esseri inferiori, debbono sottostare e nel vivere e nel morire.

I pittori sono sempre stati molto sensibili al dolore, da qualsiasi ideologia provenga, per un artista la sofferenza non può essere riservata a una razza, ad una etnia, siamo tutti figli di un unico Essere superiore, se siamo cristiani, o figli di una natura prodiga di promesse, ha poca importanza, naturale per ogni essere vivente è la gioia, non il dolore.

Pittori come Goya, Picasso, Munch, Guttuso, Caruso solo per citarne alcuni del passato prossimo, hanno creato veri e propri capolavori dai quali “trasuda” strazio, paura e sopraffazione, a comprenderne il significato più intimo, il messaggio più pressante, dovranno essere gli osservatori e divenire essi stessi “guardiani di pace”, sempre coscienti che, purtroppo, la crudeltà è insita nella natura umana, spetta a tutti gli esseri di buona volontà ed in primo luogo tutti gli artisti dotati di un carisma tra i più spirituali e armonici, dare vita ad una barriera di “buoni sentimenti” che sia invalicabile da ogni tentazione demoniaca.

articolo del 20.01.2010 siciliainformazioni

http://www.pittorica.org/public/comunicati-stampa/ artisti-in-memoria-della-shoah-2148.asp

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