- GLI SCATTI DI UN FOTOGRAFO CHE RITRAE CIO' CHE GLI ALTRI NON VEDONO.
5 gennaio 2010
di
Claudio Alessandri
La macchina fotografica è il prolungamento meccanico dell’occhio umano, o almeno così l’ho sempre considerata, e come l’occhio dell’uomo, nell’osservare ciò che lo circonda, può scorgere il fantastico là dove altri non vedono che il banale.
Questa barriera insormontabile che pone una chiusura ideale fra “l’uomo comune” e “l’artista” è alla base della fotografia dozzinale, l’espressione meccanica del banale. Viceversa il bravo fotografo scorge in un oggetto, in un paesaggio, nel corpo femminile e nella miriade di immagini, elementi che ad altri sfuggirebbero. Si tratta di rapide visioni di nessuna importanza, quel qualcosa di diverso, di unico che, se colto con maestria poetica, oltre che tecnica genera l’opera d’arte, un esemplare unico di commovente bellezza, di spunto curioso, divertente, da mostrare al pubblico nell’ambito di una mostra in modo da fare partecipe il prossimo di sensazioni, forse intuite, ma precluse a tutti coloro che amano il bello, ma non sono in grado d’acquisirlo con un semplice sguardo.
Tutte queste qualità e molte altre che non sono in grado di cogliere ed evidenziare, le ho scorte, per ventura, nell’ambito di una mostra viennese incontrando, con non poca sorpresa, un mio omonimo, un Claudio Alessandri nato anch’esso a Ferrara che lavora, se di lavoro si può parlare, per una attività che nasce e si esplicita nel concetto più sublime dell’espressione artistica. Da critico d’arte ed appassionato, a livello dilettantistico del mezzo fotografico, nell’osservare le numerose e varie immagini esposte in mostra dal mio omonimo, sono stato spronato ed esprimere il mio pensiero riguardo alle opere, che non potevano che stimolare la mia attenzione, splendide.
Per un caso misterioso abbiamo lo stesso nome e cognome, siamo nati ambedue nella splendida città Estense, Ferrara, dalla quale ci siamo allontanati nello spazio, ma non nel ricordo, io in Sicilia e lui in Austria, eppure non siamo parenti, mi sarebbe tanto piaciuto, poco importa. Ad unirci in maniera inscindibile è l’amore per l’arte, un sentimento misterioso che accomuna ed esalta anche nel fantastico incontrarci nella bellezza di un paesaggio, nell’incendio di un tramonto o nel mondo stupendo ed inspiegabile di un corpo femminile morbidamente abbandonato nell’estasi amorosa o ferinamente teso nel balzo fatale.