- LA CHIESA DI SANTO SPIRITO A PALERMO "QUANDO L'ORA DEI VESPRI SUONO', TUTTI I SICILIANI INSORSERO".
3 febbraio 2010
di
Claudio Alessandri
Il 31 marzo del 1282, il diciassettesimo anno del regno di Carlo d’Angiò, quando l’ora dei vespri suonò nelle chiese, tutti i siciliani insorsero contro i francesi e questi furono sterminati. Gli stessi preti, le stesse monache mettevano mano all’opera di sangue”. Gastone Vuillier nel 1897, prendendo come riferimento la storia della rivolta del Vespro Siciliano del Fazello, scritta duecento anni dopo l’avvenimento, così descriveva un evento che, ancora oggi, rimane quale simbolo della fierezza dell’animo siciliano.
L’episodio peraltro arcinoto, che scatenò il furore popolare, si verificò proprio nei pressi della chiesa di S. Spirito che da allora è indicata comunemente con il nome di chiesa dei Vespri.
La chiesa ed il convento di S. Spirito furono edificati tra il 1173 e il 1178 per volere dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio, durante il regno di Guglielmo II, come si può leggere su un diploma del 1178. La chiesa ed il convento (oggi scomparso) sorgevano fuori dalle mura della città, sulla sponda sinistra del fiume Oreto, dove oggi si estende il cimitero di S. Spirito o di Sant’Orsola come è comunemente chiamato dal popolo palermitano; il cimitero di proporzioni imponenti, ebbe origine nel 1782 divenendo l’ultima dimora del “caro estinto” della gran parte delle famiglie più in vista, nobili o nuovi ricchi.
Purtroppo in breve tempo la chiesa fu “assalita” dai monumenti funebri, molti per la verità pregevoli sculturalmente che, invece di estendersi allontanandosi ad essa, finirono per soffocarla con le numerosissime lapidi e monumenti abbarbicate alle antiche strutture del tempio; si rese necessario quindi un intervento di recupero.
Nel 1882, ricorrendo il sesto centenario del Vespro, l’architetto Patricolo, diede il via ad un radicale restauro della chiesa, furono demolite tutte le fabbriche ad essa adiacenti e nello stesso tempo, fu cancellata ogni traccia sia del convento che del cimitero settecentesco.
Nel 1881 il professore Sansone notava che: “La pianta generale della chiesa, salvo qualche variante nello scompartimento del pavimento è simile in tutto a quella del duomo di Monreale (intesa esclusivamente come stile costruttivo) e di altre chiese del XII secolo in Sicilia. Nell’interno archi aguzzi sorretti da grosse colonne tozze, dividono tre navi, coperte da tetti di legno alla maniera occidentale”.
Il prospetto della chiesa di S. Spirito è oggi privo del porticato che originariamente completava la struttura frontale, ancora riscontrabile, ma solo parzialmente sino al 1783.
L’esterno della chiesa presenta le combinazioni policrome ottenute con conci di tufo e liparite, applicate con sobria eleganza, che coronano l’edificio a fasci ed archi geometricamente stilizzati.
L’interno è strutturato a tre navate, com’è caratteristica delle basiliche latine, spartite da colonne di tufo, su cui si sviluppano le ogive. Le navate, col presbiterio ed il santuario terminante con la grande abside, cui corrispondono ai lati le due absidi della protesi e del diacono, tutto l’insieme offre una visione di grande solennità ispirata da un unico organico concetto costruttivo.
L’insieme planimetrico è quello classico dell’età normanna con l’ampio santuario triabsidato sopraelevato sulle tre navate; dell’antico soffitto ligneo rimangono oggi, rare tracce e sono scomparse le transenne dell’elegante taglio ogivale.