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Monumenti artistici siciliani

- VILLA DE GREGORIO, LA DIMORA DEL DEGRADO -

17 settembre 2009

di Claudio Alessandri

  La Villa De Gregorio a Palermo resta dimora del “degrado”. Nel maggio del 2006, la fatiscenza in cui versava questa struttura del settecento con l' annesso parco, di proprietà del marchese De Gregorio venne alla luce grazie all' interessamento di alcuni cittadini. L'appello non cadde nel vuoto, ma destò l’interesse di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro, già falcidiato, patrimonio architettonico di interesse artistico e storico.
La villa divenuta proprietà del marchese De Gregorio dopo alterne vicende, classica abitazione estiva, una delle tante della nobiltà palermitana che aveva disseminato di splendide abitazioni, dotate di parchi fantastici, la cosiddetta “Piana dei Colli”.
Ritengo sia opportuno tracciare un seppur breve excursus delle vicende storiche e costruttive di questa antica villa che dall’opulenza settecentesca, languiva e langue in un triste e distruttivo abbandono.
Villa De Gregorio fa risalire le sue origini al XV secolo come semplice dimora rurale, successivamente, passando da un proprietario all’altro, subì degli interventi migliorativi tanto radicali da divenire dimora di villeggiatura per la nobiltà palermitana. Adesso si mostra nel suo aspetto definitivo, quello stile Rococò comune a molte altre dimore della Piana dei Colli.
La sorte di Villa De Gregorio subì gli stessi mutamenti epocali che stravolsero la vita dorata di una classe “eletta” più propensa allo sfarzo dispendioso che ad attività imprenditoriali ritenute non confacenti al decoro di un nobile, magari spiantato, comunque nobile.
Quindi anche Villa De Gregorio iniziò quella parabola discendente che la ricondusse alle lontane origini, cioè abitazione al servizio degli estesi “giardini” di agrumi che la contornavano.
Negli anni ’80, gli splendidi agrumeti scomparvero per far posto a complessi abitativi estesi nella superficie occupata e desolatamente monotoni nell’architettura, figli di quel “Sacco di Palermo” che ha deturpato la fisionomia di una città fiera dell’elegante, antico, volto architettonico.
Dopo un periodo nebuloso Villa De Gregorio tornò a vivere quando venne data in affitto alla “Comunità Incontro” creata e diretta da Don Gelmini, la pigione di una non modesta entità era a carico delle casse comunali, il centro ospitava numerosi ragazzi vittime della droga e decisi a riscattarsi. Vi riuscirono a pieno, dopo un iniziale atteggiamento timoroso, gli abitanti del quartiere si strinsero attorno a quei giovani coraggiosi fino a creare un centro di aggregazione che raggiungeva il culmine emotivo durante la messa festiva ospitata, all’interno di un locale, ex pollaio, attiguo alla villa che i ragazzi avevano sapientemente restaurato nelle strutture essenziali.
La “Comunità Incontro” prosperò per ben 18 anni, in questo luogo, poi il Marchese De Gregorio non ritenne più congrua la pigione percepita fino a quel momento facendo intendere chiaramente che un aumento sarebbe stato gradito. A quel punto i responsabili della “Comunità” non ritennero “morale”, come ebbe a dire lo stesso Don Gelmini, anche se l’Amministrazione Comunale precisò che sarebbe stata disposta a sostenere il costo di un’altra sede, Don Gelmini non si dichiarò disposto a gravare maggiormente le “finanze pubbliche” e la “Comunità” si trasferì presso una “consorella” con sede a di Messina.
Da quel giorno ebbe inizio il rapido decadimento della villa non più curata nelle strutture murarie e tanto meno nello splendido parco ricco di vegetazione, fino a quel momento rigogliosa e di un complesso splendido costituito da sedili di notevole dimensione e fontane, il tutto scolpito con riccioli e volute come erano in grado di operare gli “scalpellini” di quei tempi, arte oggi purtroppo scomparsa.
L’abbandono espose la villa a sottrazioni delinquenziali di ogni tipo, vennero smontati e portati via dai ladri i preziosi pavimenti in ceramica “stagnata”, le ringhiere dei balconi in ferro battuto e tutto ciò che rivestiva valore commerciale in grado di procurare parecchio denaro ai ricettatori.
La villa venne soffocata da una fitta ed invadente vegetazione, il marchese De Gregorio, dichiarò di non possedere i mezzi finanziari per il restauro, chiedendo, per tale motivo un supporto economico regionale, un funzionario della Regione Siciliana incaricato del problema, assicurò l’interessamento dell’Assessorato preposto alla salvaguardia dei Beni Artistici e Monumentali, in tempi ragionevolmente brevi, la richiesta di un contributo avanzata dal Marchese De Gregorio cadde nel vuoto.
Ebbene, ad oggi 16 settembre 2009, nessun intervento è stato posto in essere per sottrarre Villa De Gregorio al disfacimento definitivo, nel frattempo i “soliti ignoti” hanno provveduto ad asportare persiane e finestre giungendo persino a violare la tomba del primo proprietario della villa posta all’interno della cappella, annessa alla villa stessa, forse sperando di trovare oggetti in oro o argento o preziosi in genere.
A Palermo è divenuta una deleteria abitudine intervenire per riattare (e non restaurare come asserito impropriamente di recente) monumenti di enorme importanza storica ed artistica quando a ricordarli rimangono solitari e tristi ruderi, vedi Favara, Zisa, e recentemente Castello a Mare, ci auguriamo che a Villa De Gregorio non sia riservata eguale, misera sorte.

articolo del 17/9/09 siciliainformazioni
 
 
 

- VILLA DE GREGORIO, LA DIMORA DEL DEGRADO -